Empatia e Compassione: I Due Ingredienti per Gustare la Carità in Azione

Quando parliamo di carità, spesso ci concentriamo sulle azioni concrete di aiuto verso gli altri. Tuttavia, la vera essenza della carità risiede nei sentimenti che ci spingono a compiere queste azioni. Oggi esploreremo due ingredienti fondamentali della carità: empatia e compassione. Sono come due lati di una stessa medaglia, complementari nel dare alla carità una dimensione più profonda e significativa. L’origine delle Parole: Empatia e Compassione Per comprendere appieno il significato di empatia e compassione, è utile riflettere sulle radici linguistiche di queste parole. Empatia Il primo ingrediente che unisce le persone, come una spezia che arricchisce ogni relazione. La parola “empatia” deriva dal greco antico empatheia, che significa “sentire dentro”. È la capacità di percepire e condividere le emozioni degli altri come se fossero le nostre. Questo tipo di connessione profonda è essenziale per la carità, poiché ci permette di comprendere a fondo le necessità e le sofferenze altrui. La scienza ci parla di neuroni specchio, cellule che si attivano sia quando facciamo un’azione, sia quando osserviamo qualcun altro compierla. Questo suggerisce che la nostra capacità di “sentire dentro” è parte integrante della nostra natura umana. Tuttavia, in una società frenetica e spesso individualista, l’empatia richiede una scelta consapevole. Possiamo coltivarla con costanza, rendendola un pilastro della nostra pratica quotidiana della carità. Compassione Il secondo ingrediente, il cuore del piatto, che da profondità e significato ad ogni gesto di carità La parola “compassione” deriva dal latino com (insieme) e passio (soffrire), traducibile letteralmente in “soffrire insieme”. La compassione va oltre l’empatia: non si limita a condividere un’emozione, ma ci spinge ad agire per alleviare la sofferenza degli altri. È una forza che trasforma la comprensione in azione concreta. Se l’empatia ci permette di connetterci emotivamente con gli altri, la compassione ci dà il coraggio di fare qualcosa per loro. Essa è ciò che spinge un volontario a offrire il proprio tempo, un medico a curare con dedizione o una persona comune a tendere la mano a chi è in difficoltà. La carità vera nasce quando uniamo l’empatia alla compassione, trasformando l’emozione in azione. Empatia e Compassione: Carità Quotidiana Mentre l’empatia ci avvicina emotivamente agli altri, la compassione ci guida verso l’azione. La carità non è solo un sentimento, ma un impegno che trasforma. Agire con compassione non solo fa bene a chi riceve, ma arricchisce anche chi dona, creando un circolo virtuoso che migliora la vita di tutti. È attraverso piccoli gesti di compassione quotidiana che possiamo “gustare” la carità nella sua forma più pura e autentica. In una società che spesso tende all’individualismo, mantenere viva la compassione può sembrare una sfida. Tuttavia, possiamo allenarla con la riflessione, la preghiera e il contatto costante con gli altri. La carità si manifesta in ogni piccolo gesto: un sorriso, una parola di conforto, un orecchio attento. La carità è molto più di un semplice atto di generosità; è un’espressione profonda di amore e dedizione verso gli altri. Impariamo a coltivare empatia e compassione nelle nostre vite quotidiane, trasformando questi sentimenti in azioni concrete. Solo così potremo scoprire quanto profondamente la carità possa trasformare non solo la vita di chi la riceve, ma anche quella di chi sceglie di donarsi.Immagine di Claudia Ferraris
Quale Carità?

Eccoci al primo brevissimo articolo che ci anticipa i contenuti alla formazione 2024-25. La differenza tra regalo e Dono Quando pensiamo alla carità, di solito immaginiamo donazioni, volontariato o aiuti materiali, concreti. Ma c’è molto di più dietro questo concetto, qualcosa di profondo e prezioso che possiamo scoprire insieme. Carità: Un Affetto Prezioso La parola “carità” viene dal latino “caritas”, che significa “caro” o “prezioso”. Questo ci fa capire subito che la carità è qualcosa di prezioso, un affetto profondo e una vera dedizione verso gli altri. È la carità, l’amore verso il prossimo che ci spinge a fare sacrifici, che ci fa cercare sempre il bene degli altri, senza aspettarci nulla in cambio. È affetto prezioso che diventa riflesso dell’Amore di Dio per l’umanità. Dal Regalo al Dono Viviamo in una società in cui i regali sono ovunque. Pensiamo ai compleanni, agli anniversari, alle feste. I regali sono gesti gentili, spesso materiali. Ma cosa succede se andiamo oltre il semplice regalo e pensiamo al “dono”? Un regalo può portare gioia, certo, ma spesso è legato a un obbligo sociale o a una gratificazione immediata. Un dono, invece, è qualcosa di più profondo. Non si tratta solo di un oggetto, ma di un atto di amore e compassione. Un dono non ha bisogno di avere un valore materiale; può essere un gesto che cambia la vita di qualcuno, che trasforma e ci trasforma. È saper dare anche quando penso di non avere nulla, anche quando mi costa fatica, anche al mio peggior nemico. Il Dono che Trasforma Donare significa dare senza aspettarsi nulla in cambio. È un atto di pura generosità. Quando doniamo il nostro tempo, le nostre azioni disinteressate, o semplicemente il nostro pensiero a qualcuno nel bisogno, stiamo facendo un vero dono. Il dono crea legami e favorisce la solidarietà. Può essere un’opportunità che cambia la vita di chi lo riceve, anche se è qualcosa di piccolo. È l’intenzione dietro il gesto che lo rende speciale. Un Nuovo Modo di Vivere la Carità Possiamo combinare, allora, regali e doni. I regali possono esprimere il nostro affetto, ma quando li arricchiamo del dono di noi stessi, diventano qualcosa di molto più significativo. In questo tempo estivo, fermiamoci a riflettere su come possiamo trasformare i nostri gesti di generosità in veri doni. Dedichiamo tempo agli altri, facciamo volontariato, e coltiviamo un atteggiamento di cura e amore. Solo così, i nostri gesti avranno il vero gusto del dono e avremo aggiunto un altro ingrediente alla nostra ricetta della vera Carità. Continuate a seguirci e non perdetevi il prossimo articolo sull’Empatia e Compassione. Foto di copertina di Claudia Ferraris
GUSTARE LA CARITÀ

Diamogli sapore insieme Ciao a tutti amici della Caritas Eusebiana! Oggi vogliamo iniziare un viaggio che ci aiuterà ad iniziare ad entrare, se pure con brevi e semplici riflessioni, nei temi che tratteremo in modo più approfondito nel percorso formativo 2024-25. Il percorso sarà aperto a tutti e fruibile anche online. Di cosa parleremo? La Carità testimonianza dell’Amore La parola “carità” deriva dal latino “caritas”, che significa “prezioso”. Questo ci dice molto: la carità è qualcosa di prezioso, un gesto di amore sincero verso chi ci circonda. È l’amore che fa sacrifici, che dà senza aspettarsi nulla in cambio. È l’amore che cerca sempre il bene dell’altro. Gesù ci ha mostrato che ogni volta che facciamo qualcosa per i più piccoli, lo facciamo per Lui (Mt 25:40). E ci ha ricordato che la carità è la più grande delle virtù (1 Cor 13:13). Regalo o Dono? C’è una Bella Differenza! Siamo tutti abituati a fare regali: per compleanni, feste, anniversari. Ma spesso questi regali sono solo scambi di beni materiali. Un regalo può portare gioia, ma è quando assume l’identità di dono che davvero cambia la vita. Un dono è fatto con il cuore, non ha valore economico stimabile, non si aspetta nulla in cambio. È un atto di pura, reale, vera generosità! Quando doniamo, diamo una parte di noi stessi: il nostro tempo, il nostro amore, la nostra attenzione. E questo fa la differenza. Non si tratta solo di dare qualcosa, ma di fare un gesto che ha un impatto duraturo, che trasforma, che genera e rigenera. Unire Regalo e Dono: Il Segreto della Vera Carità Possiamo fare regali, ma arricchiamoli di significato. Facciamo in modo che ogni nostro gesto sia pieno di consapevolezza e amore. Se dedichiamo del tempo al volontariato, facciamolo con gioia, attenzione e cura. In questo modo, il nostro tempo diventa un vero dono. Facciamo la Differenza Insieme! Pensate a come possiamo trasformare ogni gesto quotidiano in un atto di carità autentica. Non si tratta solo di dare qualcosa, ma di farlo con il cuore. Ogni piccolo gesto può diventare un’espressione dell’amore di Dio per gli altri. Aspettiamo proprio TE! Unisciti a noi, seguici sulle nostre pagine social, sul nostro blog per scoprire come vivere la carità nella vita di tutti i giorni con lo stile di Gesù, lo stile Caritas! Facciamo insieme questo viaggio e e se vorrai scrivici per partecipare alla formazione da ottobre in poi. Ci sarà un appuntamento al mese in orario comodo anche per studenti e lavoratori. Oltre a poter fruire dei contenuti da remoto. Buona Carità! La tua Caritas Eusebiana
Caritas Heroes 2023/24

Caritas Heroes: Giovani Eroi della Carità nelle Scuole
Il progetto Caritas Heroes ha coinvolto studenti delle scuole medie e superiori, di Vercelli e provincia, in un emozionante percorso di scoperta e azione Caritatevole. Tre i moduli: EDUCARE, IDEARE e REALIZZARE, i ragazzi hanno imparato l’importanza della solidarietà e hanno messo in pratica progetti concreti per aiutare la comunità. Scopri come i giovani eroi della carità stanno facendo la differenza!
Angelus 31 luglio 2022

Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Nel Vangelo della Liturgia odierna, un uomo rivolge a Gesù questa richiesta: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità» (Lc 12,13). È una situazione molto comune, problemi simili sono ancora all’ordine del giorno: quanti fratelli e sorelle, quanti membri della stessa famiglia purtroppo litigano, e magari non si parlano più, a causa dell’eredità! Gesù, rispondendo a quell’uomo, non entra nei particolari, ma va alla radice delle divisioni causate dal possesso delle cose, e dice chiaramente: «Tenetevi lontani da ogni cupidigia» (v. 15). Che cos’è la cupidigia? È l’avidità sfrenata di beni, il volere sempre arricchirsi. È una malattia che distrugge le persone, perché la fame di possesso crea dipendenza. Soprattutto chi ha tanto non si accontenta mai: vuole sempre di più, e solo per sé. Ma così non è più libero: è attaccato, schiavo di ciò che paradossalmente doveva servirgli per vivere libero e sereno. Anziché servirsi del denaro, diventa servo del denaro. Ma la cupidigia è una malattia pericolosa anche per la società: a causa sua siamo arrivati oggi ad altri paradossi, a un’ingiustizia come mai prima nella storia, dove pochi hanno tanto e tanti hanno poco o niente. Pensiamo anche alle guerre e ai conflitti: quasi sempre c’entrano la brama di risorse e ricchezze. Quanti interessi ci sono dietro a una guerra! Di sicuro uno di questi è il commercio delle armi. Questo commercio è uno scandalo a cui non dobbiamo e non possiamo rassegnarci Gesù oggi ci insegna che, al cuore di tutto questo, non ci sono solo alcuni potenti o certi sistemi economici: al centro c’è la cupidigia che è nel cuore di ciascuno. E allora proviamo a chiederci: come va il mio distacco dai beni, dalle ricchezze? Mi lamento per ciò che mi manca o so accontentarmi di quello che ho? Sono tentato, in nome dei soldi e delle opportunità, di sacrificare le relazioni e sacrificare il tempo per gli altri? E ancora, mi capita di sacrificare sull’altare della cupidigia la legalità e l’onestà? Ho detto “altare”, altare della cupidigia, ma perché ho detto altare? Perché i beni materiali, i soldi, le ricchezze possono diventare un culto, una vera e propria idolatria. Perciò Gesù ci mette in guardia con parole forti. Dice che non si possono servire due padroni, e – stiamo attenti – non dice Dio e il diavolo, no, oppure il bene e il male, ma Dio e le ricchezze (cfr Lc 16,13). Ci si aspetterebbe che dicesse: non si può servire due padroni, Dio e il diavolo. Invece dice: Dio e le ricchezze. Servirsi delle ricchezze sì; servire la ricchezza no: è idolatria, è offendere Dio. E allora – potremmo pensare – non si può desiderare di essere ricchi? Certo che si può, anzi, è giusto desiderarlo, è bello diventare ricchi, ma ricchi secondo Dio! Dio è il più ricco di tutti: è ricco di compassione, di misericordia. La sua ricchezza non impoverisce nessuno, non crea litigi e divisioni. È una ricchezza che ama dare, distribuire, condividere. Fratelli, sorelle, accumulare beni materiali non basta a vivere bene, perché – dice ancora Gesù – la vita non dipende da ciò che si possiede (cfr Lc 12,15). Dipende invece dalle buone relazioni: con Dio, con gli altri e anche con chi ha di meno. Dunque, ci chiediamo: io, come voglio arricchirmi? Voglio arricchirmi secondo Dio o secondo la mia cupidigia? E tornando al tema dell’eredità, quale eredità voglio lasciare? Soldi in banca, cose materiali, o gente contenta attorno a me, opere di bene che non si dimenticano, persone che ho aiutato a crescere e maturare? La Madonna ci aiuti a capire quali sono i veri beni della vita, quelli che restano per sempre. ______________________________ Dopo l’Angelus Cari fratelli e sorelle! Ieri mattina sono rientrato a Roma dopo il viaggio apostolico di sei giorni in Canada. Ho intenzione di parlarne nell’Udienza generale di mercoledì prossimo, ma ora desidero ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questo pellegrinaggio penitenziale, a partire dalle Autorità civili, dai Capi delle popolazioni indigene e dai Vescovi canadesi. Ringrazio di cuore quanti mi hanno accompagnato con la loro preghiera. Grazie a tutti! Anche durante il viaggio non ho mai smesso di pregare per il popolo ucraino, aggredito e martoriato, chiedendo a Dio di liberarlo dal flagello della guerra. Se si guardasse la realtà obiettivamente, considerando i danni che ogni giorno di guerra porta a quella popolazione ma anche al mondo intero, l’unica cosa ragionevole da fare sarebbe fermarsi e negoziare. Che la saggezza ispiri passi concreti di pace. Rivolgo il mio saluto a voi, romani e pellegrini. Saluto, in particolare, le novizie Figlie di Maria Ausiliatrice che si accingono a fare la prima Professione religiosa; il gruppo di Azione Cattolica di Barletta; i giovani della diocesi di Verona; i ragazzi dell’Unità pastorale “Pieve di Scandiano”; e quelli del gruppo “Gonzaga” di Carimate, Montesolaro, Figino e Novedrate, che hanno camminato sulla Via Francigena. Nella festa di Sant’Ignazio di Loyola rivolgo un affettuoso saluto ai miei confratelli gesuiti. Continuate a camminare con zelo, con gioia nel servizio del Signore. Siate Coraggiosi! Auguro a tutti una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci! Tratto da www.vatican.va
Date formazione Centri di Ascolto

Un saluto a tutti quanti, operatori, futuri operatori, amici, volontari e amici dei volontari!Siamo lieti di potervi comunicare il calendario delle date definitive della formazione relative a tutta l’Arcidiocesi eusebiana.Al termine di questo articolo potete scaricare il file in formato PDF. Scarica PDF
Conclusione incontri di formazione volontari Caritas – Gita a Bordighera
Precedente Successivo A conclusione degli incontri di formazione dei volontari Caritas che ci hanno interessato nei mesi di maggio e giugno, ecco alcune foto tratte dalla gita a Bordighera guidati dal nostro direttore Gianni Brunoro! Un ringraziamento a tutti coloro che ci hanno accompagnato in questo cammino di scelta, ascolto e discernimento e che hanno deciso di dedicare le loro energie e l’impegno nel promulgare il nostro messaggio di carità al fianco degli ultimi. Di seguito anche l’articolo dedicatoci sul Corriere Eusebiano
Incontro di formazione 6 giugno 2018 – #L’esercizio della Carità “Il volontariato come esercizio di Carità”
Alcuni scatti tratti dal terzo incontro di formazione Caritas Eusebiana. Insieme alla Dott.ssa Ghirardi, in veste di relatrice, abbiamo parlato della funzione del volontariato come “Esercizio della Carità” oggigiorno.Un ringraziamento ai presenti per la sempre costante partecipazione. Precedente Successivo
# IncontriAMOci – Volontari in formazione
La Caritas Eusebiana organizza gli incontri di formazione che nei mesi di maggio e giugno ci accompagneranno per gettare delle basi condivise, di metodo e soprattutto pastorali per aiutare e sostenere il nostro agire quotidiano. Incontri per chi vuole crescere nel servizio ai fratelli e sorelle più bisognosi e per chi vuole iniziare un nuovo cammino di servizio. Vi aspettiamo, L’equipe formazione Caritas