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NOTIZIE e APPROFONDIMENTI

Cronache dal convegno annuale di Caritas Eusebiana

Si è svolto sabato 28 ottobre, presso la Sala San Carlo del Seminario di Vercelli, l’incontro annuale “Avrò
cura di te” degli operatori di Caritas Eusebiana, che ha visto riuniti moltissimi parroci e volontari provenienti
da tutto il territorio dell’Arcidiocesi di Vercelli.

L’evento si è aperto con i saluti di Mons. Arcivescovo Marco Arnolfo, che ha ripreso dall’episodio dei
discepoli di Emmaus 5 criteri, invitando gli operatori della carità a seguirli: 1. saper partire dalle fatiche e dal
disagio di coloro che aiutiamo, 2. saper partire dalla Parola di Dio, come ha fatto Gesù stesso con i due
discepoli, 3. affiancarsi a chi è in cammino, per accompagnarlo, procedendo al suo passo, 4. dare risalto a
Cristo nel fare la carità, immedesimandosi in Lui e nell’amore che ha dato a noi, 5. avere sempre uno stile
missionario, come i discepoli che partono subito per annunciare la Buona Novella.

In seguito, don Davide Besseghini, parroco di Candia Lomellina e vicario episcopale per le problematiche
sociali, caritative e ambientali, ha guidato tutti i presenti nella recita della preghiera dell’ora media, letto
proprio il passo dei discepoli di Emmaus dal Vangelo di Luca e, infine, estrapolato dal brano 4 atteggiamenti
da applicare nelle relazioni con i poveri: 1. interessarsi delle loro vite, 2. ascoltare le loro storie, 3. fare
emergere possibilità nel dialogo, 4. agire con risposte concrete.

A queste riflessioni introduttive è seguito un primo intervento del direttore di Caritas Eusebiana, Carlo
Greco, sugli importantissimi temi legati ai centri di ascolto (ben 47 su tutto il territorio diocesano) – il
servizio di prima accoglienza ai poveri che si rivolgono in Caritas per poter organizzare al meglio una
risposta concreta alle esigenze di ognuno. Uno degli aspetti su cui si è soffermato il discorso è il
finanziamento dei centri di ascolto, visto in pericolo per via della diminuzione a livello nazionale delle firme
per l’8xmille alla Chiesa Cattolica, i cui proventi sostengono l’operato di tutte le Caritas diocesane.
All’intervento del direttore di Caritas Eusebiana è seguita una breve presentazione, a tutti i presenti, dello
staff presente negli uffici di Caritas Eusebiana a Vercelli, in via Feliciano di Gattinara 10, tra operatori di
lunga data (che hanno vissuto quasi tutti i 50 anni dell’istituzione) e volti nuovi.

A metà mattinata si è poi tenuto il momento centrale del convegno, con tre tavoli di confronto, in cui
ognuno ha potuto raccontare l’esperienza e le sfide del proprio centro di ascolto di riferimento, elencando
quali problemi siano presenti, ma anche segnalando i tanti spunti generativi a cui si è assistito o
partecipato. Il tema più discusso è stato la partecipazione delle comunità ai servizi di volontariato. Alcuni
operatori hanno, infatti, segnalato che in alcune zone manca il ricambio con nuovi volontari. Una soluzione
condivisa da molti presenti è stata la proposta di un maggior coinvolgimento dei più giovani nelle attività
della comunità, fin dal catechismo, per far scoprire loro e toccare con mano la bellezza della carità,
crescendo nei valori cristiani e nell’accompagnamento al prossimo e ai bisognosi.

A conclusione delle discussioni e delle proposte emerse dai tavoli di confronto, è intervenuto nuovamente
Carlo Greco per illustrare lo sguardo di Caritas Eusebiana verso i prossimi 12 mesi, in quello che sarà il suo
50° anno di esistenza, riprendendo le parole iniziali di don Davide Besseghini per ribadire l’atteggiamento di
chi, quotidianamente, dona sé stesso agli altri. In primis, riprendendo l’insegnamento di don Milani (uno dei
sacerdoti ed educatori più influenti del secolo scorso), è necessario interessarsi (proprio don Milani
rispondeva “I care”, cioè “ho a cuore, mi interessa”, alla cultura menefreghista del suo tempo) del prossimo
andando ad incontrarlo nelle strade e percorrendole assieme a lui. Il secondo step è l’ascolto, l’atto che sta
alla base proprio del primo servizio offerto da Caritas (i centri d’ascolto), dell’altro e della realtà,
proponendo un dialogo sincero. Dopo questi due primi passi, occorre far si che anche chi non fa parte del
mondo del volontariato e della carità, si interessi a chi ha vicino, per creare legami forti e stabili. Infine,
occorre agire con “segni parlanti”, che siano cioè generativi e ciò può avvenire solo tramite una costante
formazione e partecipando alla vita della propria comunità e dell’Arcidiocesi. L’augurio finale del direttore

di Caritas Eusebiana è che ogni operatore, ogni parroco, ogni persona coinvolta nel volontariato, sappia
donare al prossimo l’amore che Gesù Cristo ha donato a noi. Il cammino verso i 50 anni di Caritas
Eusebiana, infatti, sarà tutto incentrato sulla Parola enunciata nel Salmo 33: “Gustate e vedete quanto è
buono il Signore”.