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Prima domenica di Quaresima

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo: prese con sé i Dodici e disse loro: “Ecco, noi andiamo a Gerusalemme, e tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo si compirà. Sarà consegnato ai pagani, schernito, oltraggiato, coperto di sputi e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà”. Ma non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto. Mentre si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli risposero: “Passa Gesù il Nazareno!”. Allora incominciò a gridare: “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!”. Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: “Figlio di Davide, abbi pietà di me!”. Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò: “Che vuoi che io faccia per te?”. Egli rispose: “Signore, che io riabbia la vista”. E Gesù gli disse: “Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato”. Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio (Lc. 4, 1 – 13)

E’ quaresima! Sapete che lo dico con gioia perché questi quaranta giorni sono la primavera della vita. Splendida questa stagione anche prima dell’esplodere dei colori delle foglie e dei fiori. Infatti è bello vedere la natura muoversi dopo il gelo dell’inverno. Un gelo relativo perché a parte un spruzzata di neve abbiamo sempre avuto sole. Un sole freddo però che non scaldava e quando cedevamo al desiderio di una passeggiata dovevamo farla imbaccuccati in vestiti pesanti per non congelare. Ora invece…la vita davvero dovrebbe risvegliarsi. Dico “dovrebbe” perché è evidente il cambiamento climatico nella nostra terra.

Che fare perché la primavera della nostra vita veramente ci rinnovi? Naturalmente entrare come Gesù nel deserto. Beh, come simbolo certamente! Il deserto è un luogo difficile per la vita, che sopravvive stentata e con poca acqua. Ecco dunque il digiuno e la penitenza. Mercoledì scorso detto delle ceneri ho provato a non mangiare, concedendomi soltanto l’acqua e vi dico che è stato molto difficile. Pensavo a chi invece non ha davvero cibo a sufficienza e non sa come far tacere gli spasmi delle sue viscere che reclamano… Ecco una prima opera che possiamo provare insieme ad altre privazioni ancora più importanti. Svuotiamoci di immagini, di notizie, di novità. Una volta tanto poniamoci un poco “fuori dal mondo”, intanto lui va avanti ugualmente anche senza di noi. Forse ci renderemo conto che anche noi stiamo meglio senza la sovrabbondante razione di porcherie che ci inghiottono ogni momento come sabbie mobili. Che ne dite di strapparci quelle maledette cuffie che ci inondano continuamente la testa con suoni senza fine, per riscoprire il silenzio? Che ne dite di provare a staccare per un giorno il telefonino per stare qualche ora da soli? Forse in questo modo ci renderemo conto che questi strumenti, pure utili, sono diventati la nostra prigione ed impariamo a…trovare la chiave della libertà: spegnerli qualche volta!

Il deserto è anche un’altra cosa: l’abbondanza della parola di Dio. Attraverso a Mosè Dio risponde alle necessita della sua gente con l’acqua che placa la loro sete, la manna che sazia la loro fame. E quando rimpiangono le pentolone di carne e le verdure che mangiavano in Egitto, introduce la variante delle quaglie, che nella loro migrazione vanno a posarsi vicino al loro accampamento. Ma è soprattutto nelle parole che incide nella pietra sul Sinai che essi diventano popolo. Anche con Gesù la parola di Dio abbonda; essa è sempre la risposta che lui da al tentatore. Anche a noi questa parola e offerta con una abbondanza divina. Che ne dite di approfittarne? Venendo alla messa feriale, per esempio! Devo dirvi che è un modo veramente liberante per iniziare la nostra giornata. Da li infatti possono emergere novità sorprendenti che danno nuova dimensione alla stucchevole routine quotidiana. Scoprirete che i soliti incontri nel posto di lavoro, nella nostra casa, o in quelli occasionali possono redimersi dal pettegolezzo (Papa Francesco lo chiama “chiacchiericcio”) dalla vuota banalità del nulla che popola i nostri abituali discorsi.

“Ma noi non possiamo venire in chiesa! Gli orari del lavoro celo impediscono” Niente paura! Quell’infernale telefonino che tutti avete può finalmente svolgere un…servizio divino. Cercate il seguente sito: www.chiesacattolicaliturgia.it e troverete le suddette letture. Leggetele e soprattutto ponetevi questa domanda: “Che mi dici, Signore?” Se vi abituate a vivere ogni giorno questo appuntamento, vi sorprenderete diversi; vedrete che la parola ascoltata fiorirà nel vostro agire in modo sorprendente. Paolo ci dice che la parola di Dio è “viva, efficace e più tagliente di una spada a due tagli; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti ed i pensieri dei cuori. Tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi!”

Possibile? Mi dirà qualche scettico blu. “Provare per credere per un anno”, rispondo io. Poi vedremo i risultati.

Mi dimenticavo: si accettano scommesse.