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NOTIZIE e APPROFONDIMENTI

Ventiseiesima domenica del tempo ordinario

Dal Vangelo secondo Marco:
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue”

(Mc. 9, 30 – 37)

Un vangelo con molti stimoli, oggi! Ne esaminiamo alcuni perché si tratta di lezioni non solo importanti ma anche interessanti. Partiamo dalla preoccupazione di Giovanni. Ha visto uno che scacciava i demoni, ma non era della compagnia ed è deciso a farlo smettere. Si vede che è un vizio vecchio perché nella prima lettura, dal libro dei numeri, vediamo lo stesso comportamento. Mosè aveva scelto settanta persone che lo aiutassero a seguire le esigenze del popolo, diventato troppo numeroso per lui solo. Giosuè vede due che fanno lo stesso lavoro, ma non erano stati prescelti e dice a Mosè di fermarli. Sia Gesù che Mosè invece sono ben felice che altri aiutino e le parole che dicono sono molto chiare: “Chi non è contro di noi è per noi”. Lezione importantissima: il bene è sempre cosa buona chiunque lo faccia e dobbiamo esserne felici. Con chi stiamo? Con Mosè o con Giosuè? Con Gesù o con Giovanni?
Quali sono le radici di questa tentazione perenne? Dal concilio Vaticano secondo in poi, nella nostra chiesa vediamo una divisione strisciante. Alcuni si proiettano avanti sulle indicazioni ricevute. Altri, vedendo l’allontanarsi massiccio di folle che sembrano non credere più, vorrebbero ritornare al passato, quando tutti credevano. Di qui la tentazione di chiuderci in chiesa perché nessuno scappi e di ricostruire un’epoca d’oro che è svanita. Come sta vivendo la nostra comunità questa realtà che constatiamo? Mi pare che noi poche pecorelle rimaste dovremmo come ci dice Gesù, preoccuparci e cercare modi efficaci perché le novantanove perdute sentano la nostalgia dell’ovile lasciato. Che credenti siamo? Siamo un popolo di profeti che cercano in ogni modo di annunciare il vangelo, convinti che la salvezza sia per tutti? Oppure siamo dei cattolici snob che si sentono degli eletti e chiudono gli occhi su un popolo senza ne legge ne fede? E’ urgente pregare lo Spirito Santo che ci spinga ad inventare strade e linguaggi per annunciare a tutti la gioia della salvezza e della fede. Per non parlare della gioia che dobbiamo provare per chi ci da un bicchiere di acqua perché siamo di Cristo. Il bicchiere d’acqua naturalmente è il bene che tanti presunti lontani compiono con generosità.
Avete ancora un briciolo di pazienza? Si, perchè fino ad ora ci siamo ferma solo sulle prime parole del vangelo di oggi e ce ne sono altre, i e meglio andare in paradiso con uno solo di queste membra che con due all’inferno”. Naturalmente queste affermazioni non sono da intendersi alla lettera. Esse sono la spinta a lottare contro le nostre tentazioni. Parecchie di esse sono scontate, ma altre forse nemmeno le vediamo. Volete alcuni esempi? Siamo troppo sicuri di noi stessi, presumendo di essere invincibili? Oppure per contrario siamo così depressi che ci crediamo definitivamente incapaci e finiti? La nostra testa, dura come il marmo, ci impedisce di accostarci alla parola del Signore e di crescere umilmente nella nostra fede? Come stiamo di fronte ai problemi economici? Sappiamo vederli con serenità o ce ne lasciamo fagocitare? Quando incominciamo una cosa siamo capaci di portarla a termine, oppure siamo delle eterne incompiute che lasciano tutto a metà? Diamo troppo credito alla colluvie di notizie che screditano Gesù, il vangelo, la chiesa senza verificare? Come vedete si tratta di un panorama infinitamente più vasto che le solite occhiate assassine che riguardano il sesto comandamento, la roba e la donna di altri!
Mi rendo conto che le mie prediche terminano da un po’ serio esame di coscienza. Volete vederlo come un impegno per la settimana? Se qualcuno di voi inizierà a farlo ne sarò felice.